La marcia per le vittime di criminalità
«Sappiate che da parte nostra non ci può essere alcuna indulgenza. Siamo su sponde distinte e distanti, finchè rimanete sotto il tunnel della violenza e della morte. Questa Napoli, questa società, questa umanità non vi appartiene, perchè voi siete altro, avete scelto di stare contro i vostri fratelli, contro l'umanità, contro la legge, contro quei valori che sono alla base di ogni persona umana e della nostra stessa civiltà»
(Crescenzio Sepe - Arcivescovo di Napoli).
Una fiaccolata guidata da Sepe con i rappresentanti delle chiese luterane, ortodosse, evangeliche, valdesi e battista e una delegazione di buddisti. Tra i presenti Rosanna, la giovane fidanzata di Lino Romano, il giovane ucciso per uno scambio di persona nel quartiere napoletano di Marianella che stringeva uno striscione con la scritta: «Noi siamo di più». E poi i figli ed il marito di Silvia Ruotolo; il fratello di Giancarlo Siani, Paolo, di Andrea Nollino e di tanti altri. «Questa è una marcia silenziosa - ha detto il vescovo di Napoli riferendosi all'iniziativa di stasera contro la criminalità organizzata - che vuole dire tante cose, che vuole dire ora basta vittime innocenti». Il cardinale è poi intervenuto dal palco della galleria Umberto: «Siamo qui non per denunciare la nostra debolezza ma per esprimere la nostra forza che non nasce dalla violenza delle armi bensì dal sacrificio dei nostri fratelli vigliaccamente uccisi. Sono proprio loro a motivarci perchè costituiscono la linfa del nostro agire della nostra battaglia». «Loro sono in mezzo a noi, non ci abbandonano mai e noi pregiamo per loro», ha ripetuto Sepe. «Voi seminatori di violenza e di morte rimanete nelle tenebre vi nascondete perchè avete paura, perchè dovreste piuttosto avere vergogna di voi stessi e dei vostri comportamenti. Sfuggite alla luce del giorno perchè avvertite il peso delle vostre colpe gravissime e non avete il coraggio di stare tra la gente», ha aggiunto Sepe.
(da "Il Mattino.it")